sabato 28 gennaio 2017

Distintivo della 4° Divisione Alpina Cuneense

Oggi è l'anniversario di un tragico evento che ormai pochi ricordano, ma che ha toccato molto da vicino gli abitanti della provincia di Cuneo più di 70 anni fa. Il 28 gennaio 1943 la 4° Divisione Alpina Cuneense, nata appena 8 anni prima, veniva completamente annientata in Russia. Dei 16.500 Alpini che la costituirono, solo 1300 riuscirono a sfuggire alla morsa sovietica ed ai campi di prigionia. Per il suo altissimo contributo di sangue viene ancora oggi ricordata come "La Divisione Martire".

Potete trovare tutta la sua breve ed al tempo stesso eroica storia a questo link 

http://www.vecio.it/cms/index.php/reparti-alpini/brigate-alpine/227-divisione-alpina-cuneense

In collezione ho messo da poco il distintivo bellico coniato dalla Lorioli.
I distintivi delle truppe alpine sono sempre più rari e molto sovente raggiungono prezzi, a mio avviso, spropositati che superano le centinaia di euro.
Io ho avuto fortuna e l'ho portato via a poco meno di 60 €. Probabilmente nessuno l'ha notato perchè il titolo dell'articolo su ebay conteneva un errore di ortografia. Io non me lo sono lasciato sfuggire.

Come sempre prima di andare avanti vi chiederei, dato che tutto quello che faccio è per passione, se poteste gentilmente fare qualche click sulle pubblicità a destra o sotto. Si aprirà una pagina di sponsor, a voi non costa niente e non ci sono virus essendo tutte pubblicità di google, poi potete richiuderla. In tasca mi viene qualche centesimo e mi copre quelle poche spese di dominio e sito internet. Grazie mille davvero.

Era molto sporco quando mi è arrivato, guardate la differenza dopo una pulita con acetone. La pulizia con acetone fa miracoli su oggetti in bronzo o leghe ed è indicata ogni volta che non avete vernici che potrebbero essere intaccate.

Queste le condizioni appena arrivato.

distintivo 4 divisione alpina cuneense pulizia acetone

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E queste dopo una leggera pulita in acetone.

distintivo 4 divisione alpina cuneense pulizia acetone

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Sul retro, come quasi tutti i distintivi del periodo bellico, reca il marchio del produttore, FM. Lorioli Fratelli Milano Roma. Anche il porta spilla è marchiato col nome del fabbricate che, nella seconda riga però, cita l'indirizzo Via Bronzetti 25 Milano.
Sul libro "I distintivi delle truppe Alpine dal 1915 al 1945" di Bruno Erzeg, si trova anche una versione leggermente più piccola (390x301 mm) senza marchi sul retro. Esiste una versione post bellica degli anni 60 coniata per i reduci che si differenza da questa per la presenza delle 3 medaglie d'oro al valor militare in alto sotto la scritta Div Alp Cuneense.

Ho fatto anche due foto di taglio visto che sono sempre difficili da trovare e, a volte, possono far la differenza tra un distintivo buono e una copia.

distintivo 4 divisione alpina cuneense pulizia acetone

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Intorno a Natale, quando era arrivato il pacchetto che mi ero regalato avevo fatto anche una piccola composizione un po' più artistica per dare onore al distintivo e a ciò che significa.

distintivo 4 divisione alpina cuneense bokeh croce di ghiaccio armir csir russia natale ritirata

sabato 21 gennaio 2017

Storie di valanghe, alberghi, capre, uomini, donne, asini e galline

In questi giorni la tv parla a tutto spiano della valanga sull'hotel di Rigopiano in Abruzzo avvenuta mercoledì 18 gennaio.
Causa mille coincidenze che, statisticamente parlando, non sarebbero mai dovute accadere un'enorme quantità di neve si è staccata da un vallone soprastante e ha letteralmente raso al suolo l'albergo.
L'albergo si trova, o meglio si trovava, all'imbocco di un vallone e già su questo ci sarebbe qualcosa da dire... 
In questi giorni un'incredibile nevicata ha depositato più di 2 metri di neve su gran parte del centro Italia. A rovinare il tutto si è aggiunta l'ennesima scossa di terremoto oltre il grado 5 della scala Richter che ha staccato in un colpo solo tutta questa massa nevosa.
Una nevicata così copiosa non si ricorda da metà del secolo scorso e secondo i sismolgi dopo tutte le scosse dell'estate appena trascorsa una come quella dei giorni scorsi era praticamente impossibile si ripresentasse. Praticamente è stato un 6 all'enalotto con la sfortuna.
Nel momento del distacco si crede ci fossero circa 35 persone nell'Hotel, per il momento il bilancio ufficiale è di 4 morti e 9 persone estratte vive dopo essere rimaste intrappolate sotto le macerie.
I soccorsi sono stati difficoltosi per mille fattori dovuti in parte alla negligenza di alcuni, ma per la maggior parte all'estremità dell'evento. Si dice che sopra l'albergo ci siano circa 8-9 metri di neve compattata mista a pietre e rami.

Alcune immagini dell'ansa di questi istanti.




Che posso fare io nel mio piccolo?
Poco, però posso raccontarvi una storia delle nostre vallate che potrà dare un po' di speranza a chi in queste ore attende con ansia notizie dei parenti.

Dobbiamo tornare indietro al 19 Marzo 1755 e spostarci in valle Stura di Demonte in provincia di Cuneo. 
In quegli anni accadde un evento molto simile a quello di questi giorni, un'enorme quantità di neve si staccò da un vallone e sommerse il paese di Bergemoletto (frazioen di Demonte) che si trovava più o meno nella stessa posizione dell'albergo di Rigopiano.
Creò 22 morti di cui si hanno poche notizie ma si sa perfettamente cosa accadde ad una mamma, le sue due figlie e la cognata che rimasero intrappolate nella loro casa assieme a due caprette, un'asina e una dozzina di galline.
Le notizie sono arrivate fino a noi perchè era presente in zona il prof. Somis medico reale che fece un ricercato rapporto sugli eventi.


Come si può leggere a questi link

http://www.mepiemont.net/blog/blog_commento.asp?blog_id=187&archivio=OK

http://www.alpidicuneo.it/2017/alpi-marittime/storie-alpi-marittime/la-tragica-valanga-bergemoletto

http://www.lafiocavenmola.it/modules/news/article.php?storyid=7198

e sul libro

"La grande valanga di Bergemoletto" di Spirito P. Ed Vivalda.


"Anna Maria Rocchia, 45 anni, la figlia Margherita 13, il figlio Antonio 6, la cognata Anna 24, fanno appena in tempo a sprangare la porta della stalla che la neve ricopre tutto. Il marito Giuseppe con il primogenito 15enne Giacomo assiste impotente alla scena e sviene. 



Per i sopravvissuti l’affannoso spalare e scavare in una massa così compatta alla ricerca di superstiti, è illusorio quanto inutile. Stremati desistono ,aspettando il disgelo nella triste convinzione che siano tutti morti. 

Della stalla invece crolla solo una parte del tetto, si salva il colmo e la parete con la mangiatoia dove le donne adagiano i bambini. Lo spazio rimasto a loro disposizione era lungo circa 3,5mt e alto 1,5mt.

Del bestiame si salvarono solo due caprette di cui una doveva partorire a metà aprile. Le donne non si persero d’animo e tra preghiere e speranza nutrirono le caprette con la paglia della mangiatoia e, finita quella, con altra che riuscivano ad estrarre a fatica in piccole manciate da una provvidenziale intercapedine del muro adiacente al fienile.

Si salvò qualche gallina ed una gallo che si rivelarono inutili, tranne forse il povero gallo che finchè potè cantò all’alba, dando ai sepolti vivi il senso del tempo, dopo, l’unico riferimento fu la capra che partorì come previsto. 

Non c’era cibo nella stalla e Anna aveva in saccoccia 15 castagne che furono divise e mangiate “religiosamente”, quindi, rimaneva solo il litro di latte al giorno, delle caprette, da dividere tra tutti. 

Purtroppo il piccolo se ne andò dopo circa 10-12 giorni e gli altri raccontarono come pian piano il morso della fame scemasse, anche se, nato il caprettino lo uccisero per avere più latte e un pò di carne anche se cruda. 

Riferirono che il peggior fastidio era il fetore, unito ai vestiti bagnati che si sbrindellavano addosso e al costante ossessivo rumore dello stillicidio della neve che si scioglieva in acqua. 

Fortunosamente non rimasero a contatto diretto con la neve, il che avrebbe provocato una tragedia istantanea, ebbero modo di respirare, anche se malamente, e soprattutto la possibilità di bere. 

La ricerca ricomincia il 25 aprile, quando un cognato, che abitava a Demonte, nella notte, sognò la sorella Anna Maria che gli diceva di andarla a prendere. Si riaccendono fioche speranze e individuata la stalla con una lunga pertica, tutti, e in specie il marito, rimasero sbaccaliti nel trovare ancora vive le due donne e la bambina. 

La terribile prigionia, era durata 37 giorni ed appena estratte nessuna delle tre era più in grado di camminare.

Accorse l’abile medico di Demonte che le isolò in un locale semibuio non riscaldato, riiniziando l’alimentazione con un po’ di minestra e latte di capra. La piccola Margherita recuperò in fretta e dopo 8 giorni era già in grado di muoversi, Anna guarì in 20 giorni mentre, Anna Maria stenterà ancora ad alzarsi due mesi dopo il ritrovamento. Era diventata calva, non riusciva a dormire, vedeva doppio e per tutta la vita soffrirà di gonfiore agli arti inferiori, inappetenza, capogiri e altre patologie, psicosomatiche, si direbbe oggi, di natura claustrofobica. 

Dopo oltre 250 anni resta un muro di sassi ad indicare, forse, il luogo esatto della stalla, ma la storia racconta che tre mesi dopo la salvezza, il 24 luglio Giuseppe Rocchia partì a piedi con le tre donne e il resto della famiglia. Marciando due giorni, con soste la notte in baite, giunse ai bagni di Valdieri in valle Gesso, oggi le Terme, ove il Re offrì loro “abbondevol soccorso”. Qui il prof. Somis le visitò, constatò che le pupille di Anna Maria tremavano, e svolte le indagine mediche, raccolse con minuzia di particolari lo svolgimento dei fatti riuscendo a redigere l’interessante rapporto scritto. Con il denaro avuto dal Re, Giuseppe costruì una casa poco lontano da quella distrutta, tornando alla routine quotidiana. Passò un altro inverno, d’estate si lavorò ma in autunno ci si rese conto che non c’erano più risparmi per l’inverno imminente Fu Anna Maria, la invalida delle tre, ad avere la geniale idea, di mettersi in cammino, con la famiglia, di paese in paese a raccontare la straordinaria avventura vissuta che già tanta risonanza aveva avuto in Piemonte. Si spostarono instancabili da dicembre a marzo. A Gennaio si fermarono a Torino e il prof. Somis le riesaminò. Ovunque erano accolte con l’eccitazione di chi vuol sentire narrare dal vivo una storia quasi “miracolosa”, e tale fu l’emozione che suscitavano che tutti fecero a gara per trattenerli a dormire e sfamarli."

Ancora oggi questo straordinario episodio rappresenta il record assoluto di sopravvivenza sotto una valanga, seppur con le vittime non a diretto contatto della neve.

Se più di due secoli fa senza squadre di soccorso e in completo abbandono alcune donne riuscirono a sopravvivere per tutto questo tempo io credo che ci sia speranza per i dispersi anche oggi.

Io sono stato a Bergemoletto qualche tempo fa, purtroppo non ho fatto foto alla zona perchè non conoscevo ancora la storia e mi son promesso di ritornarci.



Panorama da Bergemoletto sulla Valle Stura





lunedì 9 gennaio 2017

La caccia alla volpe

No, non sono diventato un cacciatore, sto parlando della gara di ieri durante il raduno internazionale di mongolfiere che si è tenuto in questi giorni nella mia città, come vi ho raccontato in questo post:

http://storieefoto.blogspot.it/2017/01/raduno-aerostatico-dellepifania-2017.html

Anche ieri, nonostante il freddo e contro ogni aspettativa sono riuscito a fare due scatti durante la gara denominata Caccia alla Volpe.
In questa competizione vince chi si avvicina di più a una mongolfiera detta volpe che parte 10 minuti prima delle altre. Tutti partono dallo stesso punto e nello stesso momento rendendo la manifestazione spettacolare perché, in men che non si dica, si gonfiano e partono tutti gli equipaggi.

Per gli scatti ho montato il sigma 12-24 per dare il più possibile l'idea dell'immersione di colori in cui ci si trova.

Trovate le mie foto in alta risoluzione sui miei profili flickr e 500px.

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Ecco la volpe, la vedete in lontananza al centro di colore bianco.

caccia alla volpe raduno aerostatico epifania mondovì mongolfiere

Qui alcuni momenti frenetici e la partenza degli equipaggi. Sembrava davvero di essere in una favola.

caccia alla volpe raduno aerostatico epifania mondovì mongolfiere

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No, I have not become a hunter, I'm talking of yesterday's race during the international gathering of hot air balloons that took place these days in my city, as I told you in this post: http://storieefoto.blogspot.it/2017/01/raduno-aerostatico-dellepifania-2017.html Also yesterday, despite the cold and against all odds managed to make two shots during the contest called Fox Hunt.
In this competition the win goes to whoever is closest to a balloon that fox that starts 10 minutes before the other. All start from the same point and at the same time making the spectacular event because, in no time at all, swell and leave all the crews. For photos I mounted the sigma 12-24 to give as much as possible the dive idea of ​​colors in which you are located.

Here is the fox, you see it in the distance to the white center.

domenica 8 gennaio 2017

Raduno aerostatico dell'Epifania 2017 - Mondovì

Oggi, nonostante tutti i pronostici, sono riuscito a fare un'uscita fotografica durante il raduno aerostatico che si tiene ogni anno a Mondovì nel week-end dell'Epifania.
Vi avevo spiegato l'anno scorso come funzionano le varie gare della manifestazione, trovate il link qui sotto.

http://storieefoto.blogspot.it/2016/01/raduno-aerostatico-dellepifania-mondovi.html

Quest'anno a differenza dello scorso anno e per il poco tempo a disposizione ho deciso di recarmi dov'era posizionato uno dei bersagli da colpire dagli equipaggi. Non ho fatto molte foto ma credo possano essere interessanti. 

Come sempre trovate le mie foto in alta risoluzione sui miei profili flickr e 500px

Inoltre essendo un raduno internazionale ne trovate a centinaia ricercando il tag #mondovìvola 

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Iniziamo dal bersaglio, eccolo una croce di circa 5 metri di larghezza di un bel rosso vivace. Viene posizionata e comunicata agli equipaggi pochi istanti prima della gara, a questo punto i piloti, che partono tutti dallo stesso punto, devono studiare il vento per riuscire ad avvicinarsi il più possibile.

caccia al bersaglio raduno aerostatico epifania 2017 mongolfiere balloons balloon

Subito gli equipaggi paiono allontanarsi molto ma pian piano scendono di quota e prendono una corrente che soffia proprio nella direzione del bersaglio.

caccia al bersaglio raduno aerostatico epifania 2017 mongolfiere balloons balloon

Dai che il vento vi porta dalla parte giusta.

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La prima sta arrivando e pare proprio essere in linea col target. 

caccia al bersaglio raduno aerostatico epifania 2017 mongolfiere balloons balloon

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Questo invece è il peso che viene lanciato dagli equipaggi che si deve avvicinare il più possibile al centro.

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Arrivano anche le altre. 

caccia al bersaglio raduno aerostatico epifania 2017 mongolfiere balloons balloon

Questo equipaggio prova un lancio un po' azzardato...finirà a circa 34 metri dal bersaglio, ma meglio di altri che neanche riusciranno a farlo.

caccia al bersaglio raduno aerostatico epifania 2017 mongolfiere balloons balloon

Questa mongolfiera invece ha lanciato da molto alto, sperando che la forza di gravità faccia bene il suo dovere.

caccia al bersaglio raduno aerostatico epifania 2017 mongolfiere balloons balloon

Il lancio del peso dalla mongolfiera.

caccia al bersaglio raduno aerostatico epifania 2017 mongolfiere balloons balloon

caccia al bersaglio raduno aerostatico epifania 2017 mongolfiere balloons balloon

Qui trovate il video del lancio della mongolfiera che si è avvicinata di più al centro.



A fine serata, nonostante la temperatura polare di questi giorni, ho provato a fare un tramonto alla nostra Bisalta, su cui vi avevo raccontato una leggenda in questo articolo.

http://storieefoto.blogspot.it/2012/12/solstizio-dinverno-21122012.html

caccia al bersaglio raduno aerostatico epifania 2017 mongolfiere balloons balloon

Questa l'ho lavorata coi filtri nik collection di cui vi avevo parlato qui.

http://storieefoto.blogspot.it/2016/04/due-scatti-per-provare-i-filtri-nik.html

hdr tramonto bisalta modnovì

Aggiunte foto della gara Caccia alla Volpe qui

http://storieefoto.blogspot.it/2017/01/la-caccia-alla-volpe.html


Today, despite all the odds, I was able to go out and take two shots to aerostatico gathering there every year in Mondovi on the weekend of the Epiphany. There I explained last year how the different races of the event, find the link below.


http://storieefoto.blogspot.it/2016/01/raduno-aerostatico-dellepifania-mondovi.html

This year, unlike last year, and for the little time I decided to go where he was placed one of the targets to be hit by the crews. I have not done a lot of photos but I think you may find interesting.


As always before you go ahead I ask you, given that everything I do is for passion, if you could kindly make a few clicks on the advertisement to the right or below. Will open a sponsors page, you costs nothing and there are no viruses being all google advertising, then you can close it. I get a few cents in his pocket and covered my expenses and those few domain website. Thank you very much indeed.

We start from the target, here a cross of about 5 meters wide bright red nice. It is positioned and communicated to the crews a few moments before the race, at this point the drivers, who all start from the same point, they have to study the wind to be able to get as close as possible.

Immediately the crews seem to stray far but slowly descend in altitude and take a current that blows right in the direction of the target.